Paolo Bisighin
Paolo Bisighin negli anni '70 è un giovanissimo talento, estro, creatività, sregolatezza lo contraddistinguono. La sua creatività fertile, immaginifica, è un sogno, è un incubo, sottoscritta da un disegno realistico e coniugata in un impatto cromatico di rara efficacia. Il giovane studente universitario è triestino e vive la cultura mitteleuropea congiunta con le sue conoscenze storico artistiche. L'impatto consapevole e coerente con il surrealismo, la convinzione che la rappresentazione oggettiva costituisce il migliore dei mondi possibili, lo pongono indiscutibile promessa. La Regione Friuli Venezia Giulia gli offre una mostra. Gli impegni di lavoro nel mondo imprenditoriale, la conduzione dell'impresa paterna e successivamente il trasferimento in Friuli per la direzione di un'altra realtà industriale, non gli impediscono di sedimentare e di continuare ad alimentare il suo talento. Meno presente nelle mostre studia comunque e raggiunge risultati eccellenti in quella congiunzione mirabile tra segno e colore che ce lo consegnano vivissimo e prorompente protagonista negli anni 1990. Questo momento storico individuale ci offre l'artista Paolo Bisighin che possiamo cogliere in una fragranza luminosa e in una tensione segnica determinata da paesaggi, all'interno dei quali si possono cogliere simbolismi, oggetti, materializzazioni di un pensiero inquieto, mobilissimo che concretizza mondi improbabili e irripetibili.
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